Non chiamateli Briganti

Sinossi

Non chiamateli Briganti racconta con ironia e disincanto quella attitudine al trasformismo politico, ideologico e sociale che da sempre contraddistingue il popolo italiano.

La storia si svolge nelle campagne tra la Puglia e la Campania tra il 1859 e il 1863; poco prima della proclamazione dell’Unità d’Italia, due fratelli pugliesi, Carlo e Cosimo Capitoni, uno contadino, l’altro pastore, dopo essere stati accusati ingiustamente di un furto di pecore dal mezzano Pasquale Volturno, sono costretti a darsi alla macchia. Briganti per forza e non per vocazione, si trovano così ad attraversare un repentino e doloroso cambiamento che non segna solo la loro esistenza, ma investe, parallelamente, l’identità e la storia del nostro paese.

In una serie di eventi tragicomici, i due personaggi passeranno dall’essere briganti improvvisati al diventare garibaldini inconsapevoli, subiranno un processo per la battaglia del Volturno e verranno condannati alla fucilazione dall’esercito borbonico, saranno fortunosamente liberati dai garibaldini durante l’assedio di Gaeta per poi perdere le rispettive tracce proprio a seguito di quella battaglia. Una volta separati, l’uno finirà con lo scegliere (questa volta coscientemente) di proseguire sulla strada del brigantaggio, l’altro deciderà di asservirsi al nuovo Regno Sabaudo. Alla fine anche i due protagonisti, così come l’Italia, si ritroveranno uniti: ma alle radici di questa nuova unione ci sarà più la convenienza che lo slancio patriottico.

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